La luce non esiste, siamo noi a creare la luce.
“Venite a ricevere la luce”. Le parole dell’officiante sono risuonate come ogni anno nella notte di Pasqua, e nonostante le restrizioni che la situazione attuale ci impone, milioni e milioni di credenti nel mondo ortodosso sono riusciti – tramite un’incredibile catena di volontari e vicini – a portare nella propria casa quella fiammella partita dal Santo Sepolcro di Gerusalemme, fiammella che è considerata uno dei simboli più sacri della cristianità e dell’evoluzione spirituale: la luce è il simbolo della potenza divina già dal momento della creazione (si faccia luce), Cristo definisce se stesso come “luce del mondo”, e da sempre la luce è sempre stata considerato il simbolo della chiarezza, della crescita, della conoscenza.
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“Tutto è vibrazione. Credo in una vibrazione centrale, cosmica, e che noi siamo in costante contatto con essa. Potete chiamarla Dio, se volete. La musica deve essere intesa esattamente in questo modo, come la via più breve dell’uomo verso la rivelazione del valore dell’uomo e dell’esistenza di questa vibrazione centrale.”
Sergiu Celibidache, direttore d’orchestra e compositore
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Al contrario, il buio rappresenta la negatività, l’ignoranza, l’allontanamento dalla sorgente di luce, e la dicotomia luce/buio ha un significato profondo e ancestrale: non a caso Satana è considerato il “principe delle tenebre”, ma prima della caduta il suo nome era appunto Lucifero, che significa “portatore di luce”.
Ovviamente, il valore simbolico della luce non appartiene certamente alla sola cristianità: in qualunque cultura, la luce rappresenta la crescita spirituale, la conoscenza, il contatto con la divinità; chi si evolve è un “illuminato”, ci sono le scuole della luce, i guerrieri della luce, le forze luminose che combattono contro il buio e l’oscurantismo. Persino in una saga hollywodiana come “Guerre stellari”, il cattivissimo Darth Vader rappresenta “il lato oscuro della forza”, e non c’è bisogno di ricordare il valore archetipico di luce e buio come simboli psicologici e psicanalitici.
Preso atto di tutto questo, come reagite all’affermazione che semplicemente LA LUCE NON ESISTE?
Che il sole non illumina il mondo, che le stelle non brillano, che la luna non riflette alcunché, che l’universo è buio?
Può sembrare paradossale, ma non appena ci pensiamo diventa ovvio: tutto ciò che esiste nell’universo è semplicemente una vibrazione elettromagnetica emessa da diversi corpi a a diverse frequenze. Quella che noi chiamiamo “luce” non è altro che una microscopica sezione delle spettro delle frequenza a cui il nostro occhio reagisce chimicamente producendo segnali elettrici che poi il cervello ricompone dando loro un significato. Se il nostro occhio fosse solo leggermente diverso, ciò che “vedremmo” sarebbe di tutt’altro genere (e infatti gli animali hanno una percezione delle cose e dei colori molto differente dalla nostra). E se avessimo organi sensoriali strutturati in altro modo, potremmo percepire e decodificare l’infinità di frequenze da cui siamo circondati, ma che non “vediamo”: non so se ci avete mai pensato, ma l’aria che vi circonda è satura di suoni, immagini, film, canzoni, ecc. che voi non “vedete” ma che diventano reali una volta che accendete la tv o la radio, e vi sintonizzate su un dato canale.
E come non esiste la luce, non esiste il suono: questa è semplicemente un’altra parte – incredibilmente limitata – dello spettro delle frequenze, a cui il timpano reagisce creando “significati”. Tutto il resto, di nuovo, non esiste per noi. Eppure, gli animali lo sentono: il canto degli usignoli – che già ci sembra meraviglioso – è per due terzi composto da ultrasuoni, che noi non percepiamo. Mentre il canto delle balene è composto da vibrazioni di bassissima frequenza che noi non siamo in grado di percepire.
Potrei continuare a fare esempi, ma credo di aver chiarito il punto: viviamo in un universo buio e silenzioso, circondati da vibrazioni a cui solo a una minima parte riusciamo a dare un significato, che chiamiamo luce e suono.
Da questo punto di vista, ciò che è stato sostenuto da millenni dai mistici, il fatto che siamo noi a creare la nostra realtà, non è più solo una frase fatta, ma acquista il valore di verità scientifica:
Non esiste la luce. Noi creiamo la luce.
Non esiste il suono. Noi creiamo il suono.
Ma allora, se cose come luce e suono – che magari abbiamo sempre considerato come realtà esterne – sono solo una nostra creazione (o, più correttamente, una particolare risposta fisiologica a una vibrazione esterna), che dire del resto?
Siamo costantemente alla ricerca di amore, senso, felicità, bellezza, e non ci rendiamo conto che anche questo sono create da noi.
Vogliamo l’amore, ma solo noi possiamo crearlo.
Vogliamo la felicità, ma è solo una nostra decisione.
Vogliamo la bellezza, ma siamo noi a creare la bellezza. (come si dice correntemente, la bellezza è negli occhi di chi guarda)
Cerchiamo il senso della vita (“senso”, nella doppia accezione di “significato” e “direzione”), ma noi siamo la risposta.
Allora, ricevete pure la luce. È un simbolo bellissimo. Ma ricordatevi che questa luce non esiste indipendentemente da voi: è solo una vibrazione a cui reagite: siete voi che create la luce. Se decidete di girarvi dall’altra parte, rifiutate la luce.
Avete il buio. È una vostra scelta.
Amore, crescita, felicità, senso,… anche queste non sono che frequenze, che esistono solo se voi decidete di “vederle”, esistono solo se “non vi girate dall’altra parte”, se vi “sintonizzate” sul canale corrispondente.
E soprattutto, visto che è Pasqua, cercate questa “vibrazione centrale”, questa “luce”, comunque la concepiate.
E allineatevi con questa frequenza.
Tutto il resto avrà immediatamente senso. E direzione e significato.
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