Al di là di tutte le complessità che una particolare attività può richiedere, esiste sempre un parametro chiave che determina il successo o il fallimento delle nostre azioni, e se non viene chiaramente identificato rende vano qualunque nostro sforzo.

Mi si chiede spesso che differenza ci sia tra un coach e uno psicoterapeuta. Be’, molto semplice, la stessa che c’è tra un allenatore e un medico sportivo: dal medico vai per risolvere un problema fisico, dall’allenatore se vuoi diventare un campione.

Dalla più tenera età ci sentiamo dire che è nostro dovere preoccuparci per gli altri e che l’egoismo è un peccato.
Ma a quanto pare nessuno sembra accorgersi del paradosso implicito che questa affermazione contiene.

Mentre ci sono persone – poche – che riescono a ispirarci con la loro semplice presenza, ce ne sono altre che riescono a svuotarci di ogni positività e di ogni entusiasmo non appena entriamo in contatto con loro: sono i vampiri energetici.
Vediamo come individuarli e tenerli a distanza.

Mentre il coaching tradizionale si concentra sull’aspetto mentale (e infatti è spesso definito “mental coaching”, la mia versione – HyperCoaching – prende in considerazione anche gli altri aspetti dell’essere umano (fisico, sociale, ecc) e la relazione sinergica che tra loro si instaura, in modo da creare realmente “un’esperienza di crescita multidimensionale.